Con molta probabilità verrà annunciato entro questa sera ma il nuovo Dpcm è pronto. Frutto di una giornata, quella di ieri, complicata e piena di pressioni. Il caposaldo del nuovo decreto è la chiusura dei bar ristoranti alle 18, considerato un punto fermo in questo ventiduesimo Dpcm del premier Conte, il terzo di ottobre. Il vertice a palazzo Chigi è finito a notte inoltrata, con alcuni governatori - escluso Zingaretti che era per una linea ancora più dura - che si sono ribellati all'ipotesi di chiusura dei ristoranti alle 18 e la domenica. Unica concessione alle richieste dei presidenti di Regione, che battevano i pugni per "difendere" la chiusura alle 23, è stata l’apertura di bar e ristoranti la domenica e i festivi. Decisiva sarebbe stata l’opinione degli esperti del Comitato Tecnico Scientifico, che vedono nell’apertura domenicale un’alternativa utile per evitare la riunioni famigliari.
Dunque, secondo indiscrezioni, i ristoranti dovranno chiudere alle 18 ma potranno rimanere aperti anche la domenica.
A sostegno delle attività che subiranno limitazioni, dalla ristorazione alle strutture sportive, passando per quelle dello spettacolo, il governo starebbe valutando delle misure di ristoro da 1,5 a 2 miliardi di euro. Il problema è che per accedere a queste misure non è facile, soprattutto per quelle attività che "fisiologicamente", anche a causa della crisi economica che ci attanaglia da anni culminata con il locksdown di primavera, hanno dei debiti con il fisco e con le banche.
Sconsigliato ricevere gente non convivente in casa e spostarsi da un comune all'altro
Nella bozza che che sta circolando in anteprima del nuovo Dpcm, che dovrebbe entrare in vigore da domani 26 ottobre e sarà in vigore fino al 24 novembre, si punta a rimarcare una serie di raccomandazioni: sconsigliato fortemente non ricevere persone che non siano conviventi e sconsigliato, se non motivato da ragioni urgenti di lavoro, studio o di salute, lo spostamento da un comune all'altro. Non dovrebbe esserci nessun limite allo spostamento tra regioni
Stop a feste (neanche con il limite dei 30 partecipanti), palestre, cinema, teatri e fiere
Per bar e ristoranti l'apertura è prevista dalle 5 alle 18 con servizio ai tavoli da massimo quattro persone. L'asporto e il servizio a domicilio è consentito fino alle 24. Sarà vietato consumare cibi e bevande nei locali e nelle vicinanze di essi dopo le 18.
Le cerimonie religiose, e anche i battesimi e i matrimoni, si possono svolgere ma non potranno esserci le feste che ne seguono, neanche con il limite dei 30 partecipanti previsto nel precedente Dpcm.
Si fermano tutte le strutture sportive, dalle palestre alle piscine, ma con loro anche cinema e teatri. Su questo punto, i governatori chiedono che siano escluse almeno le strutture sciistiche che proprio ora stanno cominciando la stagione. Stop anche a ogni tipo di convegno e alle fiere, concedendo a ogni manifestazione pubblica lo svolgimento solo «in forma statica» con il rispetto del distanziamento sociale. Sospesi tutti i concorsi pubblici, tranne quelli riservati al personale sanitario e per la Protezione civile.
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