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Carenze gravi nei Pronto Soccorso del Lazio, mancano i medici e tempi di attesa di 24 ore

Grido d’allarme potente e estremante preoccupante quello lanciato da Cittadinanzattiva e Simeu (Società italiana di medicina d’emergenza e urgenza) riguardo alle condizioni di carenza d’organico in cui versano i Pronto soccorso nel Lazio. Si calcola che c’è bisogno di almeno 315 medici in un clima d’assalto e numero d’accessi da pre-pandemia. Il risultato è che tre pazienti su quattro attendano oltre 24 ore per essere curati al pronto soccorso.
Sono numeri estremamente allarmanti quelli diffusi da Cittadinanzattiva Lazio e Simeu Lazio sullo stato dei pronto soccorso nella regione e, più in particolare, a Roma. In termini di carenza d’organico, si calcola che manchino non meno di 315 medici di medicina d’urgenza ed emergenza (ovvero almeno un terzo in più di quelli attualmente operativi), fenomeno questo aggravato dalla circostanza che aumenta di giorno in giorno il numero di accessi al Pronto soccorso. Le carenze più gravi riguardano il San Giovanni di Tivoli (25 medici in meno), il Policlinico Tor Vergata e il Nuovo Ospedale dei Castelli (16 medici), il San Camillo Forlanini (13 medici), il Grassi di Ostia, il San Giovanni di Roma, Palestrina e Colleferro (12), il Santo Spirito e il Santa Maria Goretti di Latina (9), il Vannini di Roma (8). L’Ares 118 è sotto organico di 35 unità mediche.
Il quadro è reso ancor più dramnmatico dal fatto che gli accessi sono in netto aumento di almeno il 25% sul periodo covid con almeno 15 ospedali che quotidianamente superano i 100 accessi fino a 150, con punte per Policlinico Casilino e Bambino Gesù di oltre 200. E sono ritornati anche gli accessi cosiddetti “inappropriati” per patologie che potrebbero essere trattate dal medico di famiglia o in ambulatorio, andando invece a sovraccaricare la funzionalità dei Pronto Soccorso. Il risultato è che complessivamente le attese per un ricovero sono costantemente sopra i 550 pazienti con punte di 900 il lunedì mattina. Malati che in 3 casi su 4 aspettano da oltre 24 ore un ricovero con conseguenze negative sulla prognosi e sulla previsione di degenza nelle strutture.
Tutto questo chiama in causa il fallimento di Governo, Regione (ma anche nel resto del Paese la situazione è identica) e Ministero della Salute: in due anni e mezzo avrebbero dovuto rafforzare le strutture sanitarie. Niente di tutto questo. Stiamo peggio di prima!