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Covid 19: La crisi del mondo dello spettacolo vista da Manuel Terralavoro

Tivoli Guidonia City


di Claudia Crocchianti - Il mondo dello spettacolo sta vivendo un duro momento di crisi e soprattutto un futuro incerto. Non è facile per chi è abituato a lavorare in mezzo alla gente ritrovarsi in questa situazione. Abbiamo intervistato il tecnico del suono e audio di Tivoli Manuel Terralavoro, che ha lavorato per molti eventi nella città tiburtina sempre con cura e attenzione verso tutti i particolari che ci vogliono quando si lavora in questo mondo.

Come stai vivendo questo periodo dal punto di vista psicologico ed economico?

“Da un punto di vista psicologico, visto le notizie che arrivavano dalla Cina a febbraio, già si capiva che sarebbe stato un periodo molto difficile da affrontare e soprattutto lungo, visto che il vaccino non esiste e quindi psicologicamente in poco tempo mi sono corazzato, ma da un punto di vista economico dal giorno del famoso lockdown il fatturato si è azzerato, i pagamenti sono fermi da due mesi e solamente il 2.5% riscossi e mi riferisco a lavori conclusi da parecchio tempo. Inutile ora procedere per contenziosi: sono clienti storici e bisogna pensare al futuro”.


Come ti stai organizzando per quando si riaprirà, anche se i tempi forse saranno lunghi?

“Per il futuro credo che dovrò aspettare la riapertura generale da parte del Governo. Ci sono alcune timide iniziative per trasmettere eventi a porte chiuse ma sono solo iniziative per dire ‘ci siamo’ ma sono una goccia. Sento parlare di ‘drive in’ ma va bene la fantasia, bisogna pensare a un settore molto ampio. La mia strategia è quella di mettere in sicurezza i pagamenti per non essere segnalato nella centrale rischi Crif e poi sicuramente mantenere il contatto con i miei clienti”.

Il Governo vi sta aiutando o no?

“Il governo ha messo in campo vari strumenti ma di fatto, oltre le 600 euro INPS per un mese, si registra il nulla; tutto delegato alle banche che attualmente stanno prendendo tempo e comunque si tratta di prestiti che non è detto che verranno erogati o che saranno sufficienti per tamponare questo disastro socio-economico. Il settore spettacolo sarà l’ultimo a ripartire al 100 per cento, significa che non è pensabile fare eventi con poco pubblico e sostenere i costi e soprattutto lo svago sociale deve essere fruito in serenità senza barriere fisiche e psicologiche. Personalmente mi preoccupo di più per i miei bimbi. I soldi vanno e vengono, il tempo non ritorna”.

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