
Elisa, classe 2007, figlia di Francesco Candidi che insieme a Danilo Gallo dirige la Scuola Tennis federale presso il Centro Sportivo Morgana, è la punta dell’iceberg del movimento tennistico a Guidonia che da qualche anno è diventato un punto di riferimento per gli agonisti e appassionati del territorio. Un metro e ottanta di semplicità… Parlaci di te Elisa e di come sei diventata una tennista di livello. “Non è stata una scelta programmata da papà (ride), nonostante facesse questo lavoro. Fino a 11 anni ho praticato ginnastica ritmica a livello amatoriale, poi piano piano provando a stare in campo con papà mi sono appassionata e ho provato a lavorare per poter tentare di fare qualche partita. Lo spirito agonistico di papà mi ha spinto inizialmente a gareggiare con atlete più forti o quantomeno che giocavano da molti più anni rispetto al mio tennis. Ricordo che gli ultimi mesi del primo anno da under 12 (2018) ho iniziato a giocare qualche torneo Fit perdendo circa 10 partite di fila, non sentivo troppo la pressione del risultato, andava bene così… poi con il tempo ho cominciato a vincere qualche match e poi sono arrivate le prime Coppe fino ad arrivare al 2022 quando ho raggiunto la classifica 2.8”. Che tipo di impegno richiede l’agonismo a certi livelli? Come concili studio, tennis e amicizie? “Richiede tanto impegno, fisico ma soprattutto mentale e alla base di tutto ci deve essere la voglia, la passione e il divertimento. Mi alleno 5-6 giorni a settimana. Quando si sale in classifica cambiano i tornei e le avversarie, ad agosto ho giocato il primo torneo Itf fuori dall’Italia in Ungheria. Frequento il secondo anno del Liceo Classico a Tivoli, posso usufruire del Progetto didattico sperimentale Studente-atleta di alto livello che il Coni mi ha riconosciuto e che mi permette di poter programmare verifiche e interrogazioni durante l’anno, magari in periodi con poca attività agonistica. Cerco di usarlo poco e comunque allenandomi tutti i giorni capita spesso di dover studiare fino a sera tardi, ma va bene così… per ora ho buoni risultati scolastici”. Sogni, programmi e aspettative? “Il sogno di ogni atleta è di diventare una professionista, calcolando che si inizia a giocare a 5/6 anni non ho molto tennis alle spalle. Non mi pongo limiti ma c’è molta strada da fare. L’importante è lavorare sodo e non buttarsi giù se le cose non vanno bene. I risultati arrivano se c’è un buon lavoro alle spalle. Ho visitato parecchie accademie di livello internazionale, anche in Florida dove mi sono allenata e ho incontrato parecchi coaches. Di sicuro mi piacerebbe frequentare un College negli Stati Uniti dopo il liceo. Con una buona classifica nazionale e Itf i College americani accettano giocatrici straniere per le loro competizioni fornendo la possibilità di studiare… vedremo”. Quanto è importante la famiglia? “Mamma è quasi diventata coach (ride), gli amici la prendono in giro, cerca di darmi consigli tecnici al posto di papà. Siamo un team, ci divertiamo e litighiamo”.



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