E' stato un gesto spontaneo, che tanti tifosi laziali avrebbero fatto per rendere omaggio e abbracciare il mister del secondo scudetto, Sven Goran Eriksson. Un gesto che chiunque avrebbe fatto incurante dei rischi a cui si poteva andare incontro. Non c'era niente di violento ma solo tanto amore nei confronti di un uomo che sta combattendo una battaglia contro un brutto male. Qualche mese fa, l'ex allenatore di Lazio, Sampdoria, Benfica, Roma, Manchester City, Goteborg e Nazionale inglese, ha annunciato di essere un malato in fase terminale. Una dichiarazione choc che ha reso increduli e affranti tutti i tifosi di calcio, in particolar modo quelli delle squadre che ha allenato.
Domenica scorsa, prima di Lazio-Sassuolo, la società l'ha invitato per ricevere l'abbraccio del suo ex stadio. Una giornata densa di emozioni. Marco Pucci, tifoso laziale di Tivoli, non ci ha pensato due volte, ha scavalcato la vetrata che delimita la Curva Maestrelli con la pista di atletica dello Stadio Olimpico ed è corso ad abbracciare Eriksson regalandogli la sua sciarpa. C'era tanta commozione sul viso di Marco e tanto amore per la sua squadra del cuore e per chi ne ha fatto parte, come appunto Sven Goran. Un gesto che il resto dello stadio ha apprezzato e applaudito. Peccato solo che in questo calcio, che vogliono sempre di più allontanare dai tifosi, ciò non è possibile e un gesto del genere rischia di far subire conseguenze disciplinari a chi lo compie. Marco ha sbagliato, certo, ma in quel momento ha prevalso il cuore e la spontaneità. Il rischio è quello di essere allontanati per qualche tempo da uno stadio, il cosiddetto daspo. Un'eventualità a cui Marco Pucci non vorrebbe credere. "Senza Lazio non posso stare", scrive sulla sua pagina social.
Intanto si è attivata una mobilitazione per evitare che Marco possa subire qualsiasi provvedimento restrittivo. La speranza è che si possa passare sopra ad un gesto d'amore intriso di commozione e affetto. Il calcio è soprattutto questo. E Marco è semplicemente un grande tifoso innamorato della sua Lazio.
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