di Claudia Crocchianti -
"Un Paese senza memoria è un paese senza futuro", è questo il tema dell'evento organizzato dall'ANPI per oggi 18 e domani 19 giugno alla Casa delle Culture in piazza Campitelli a Tivoli. Due giornate all'insegna della storia, della pace e soprattutto del futuro. La lotta per un pianeta sostenibile e pacifico i protagonisti della manifestazione. Su questo evento e su molto altro abbiamo intervistato il Presidente dell'ANPI Gabriele Simonelli.
L' ANPI, racconta un pezzo di storia e di vita. Da un po' sei il Presidente un bilancio fino ad ora di quanto fatto, di come ti sei trovato e ti stai trovando in questo ruolo? "Per chi come me è sempre stato impegnato in politica, e quindi spesso è volentieri su posizioni di parte, è appagante invece lavorare per l'unità sempre e comunque di tutti quelli che si riconoscono nei valori della repubblica e della costituzione".
Tanti eventi culturali come sono nati quelli che hai organizzato per il 18 e 19 giugno?
"Dall'esigenza di parlare del futuro partendo dalla nostra memoria storica: le grandi sfide dei prossimi anni sono la pace e l'ambiente, e noi pensiamo che lo spirito dei padri costituenti possa essere d'ispirazione per affrontare questi passaggi storici che ci attendono con la giusta impostazione politica e culturale". Ultimamente sei stato vittima di un attacco, come lo ha vissuto? Hai ricevuto solidarietà?
"Ho ricevuto migliaia di commenti sui miei account social da un gruppo no vax molto attivo su Telegram, dove ha ventimila iscritti. Commenti deliranti e offensivi, ma la risposta della città c'è stata, a cominciare dalla solidarietà del Sindaco per arrivare a quella delle forze politiche e dei sindacati. Tivoli rimane una città di valori democratici e lavoreremo perché continui ad esserlo". Perché ancora oggi ci sono manifestazioni fasciste contro la libertà? "Umberto Eco parlava di ur-fascismo, cioè di alcuni caratteri antropologici che permangono a prescindere dalla fine dell'esperimento storico concreto del fascismo. Pensiamo a molti politici europei, o anche a Putin, sono propriamente fascisti? No, però conservano dei caratteri del fascismo e non si spaventano di usarli". Come si potrebbero combattere?
"Prima di tutto insegnando ai giovani la storia, noi cerchiamo sempre di arricchire il programma scolastico con interventi mirati a far conoscere ai ragazzi la storia del ventennio e di come si è arrivati al fascismo e al nazismo in Europa, e mantenendo sempre alta la guardia: ogni volta che qualcuno nella nostra società viene discriminato ingiustamente c'è già il germe del fascismo al lavoro. Si devono stimolare tutte le forze della società, a cominciare dalla politica, a lavorare per attuare i principi costituzionali nel concreto della vita delle persone".
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