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Tivoli: Studenti in piazza, protesta contro scuole fatiscenti e politiche del Governo

  • Tivoli Guidonia City
  • 14 nov
  • Tempo di lettura: 2 min
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È stata una mattinata di mobilitazione intensa quella che ha visto protagonisti gli studenti tiburtini, scesi in piazza in occasione dello sciopero studentesco nazionale. Numerosi ragazzi e ragazze provenienti dai diversi istituti superiori del territorio hanno animato piazza Garibaldi con un presidio statico, trasformando il cuore della città in un luogo di denuncia e di confronto sulle criticità che attraversano il mondo della scuola.

Al centro della protesta, la richiesta di investimenti concreti nell’istruzione pubblica e la denuncia delle condizioni strutturali di molti edifici scolastici del territorio. Un malcontento profondo, che si è espresso attraverso interventi, slogan, cartelloni e testimonianze dirette.


Tra le voci più ascoltate, quella di Fabio Massimo Proietti, studente dell’istituto “Spallanzani” ed esponente della Rete degli Studenti Medi di Tivoli. Con parole nette ha sintetizzato il senso generale della protesta:«Siamo stufi di un Paese che non valorizza la scuola e che investe in armi, e siamo stufi di studiare in strutture fatiscenti che non ci garantiscono i servizi più fondamentali, come quelli igienici, o che crollano letteralmente a pezzi», ha dichiarato davanti ai manifestanti.

Le sue parole riflettono un disagio diffuso: da tempo molte scuole della zona soffrono di carenze strutturali evidenti – infiltrazioni, riscaldamenti malfunzionanti, laboratori non a norma, servizi igienici insufficienti – situazioni che gli studenti vivono quotidianamente e che, secondo loro, ostacolano il diritto a un'istruzione dignitosa e sicura.

Un confronto aperto sulle riforme del Governo

Dopo gli interventi dei rappresentanti dei vari istituti, la piazza si è trasformata in un luogo di discussione collettiva. I ragazzi si sono seduti a terra in cerchio per dar vita a un'assemblea pubblica nella quale confrontarsi non solo sui problemi specifici delle proprie scuole, ma anche sulle riforme introdotte dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e sulle politiche educative del Governo Meloni.

Tra i temi più dibattuti: il nuovo modello di istruzione tecnico-professionale, ritenuto da molti studenti un percorso che rischia di aumentare le disuguaglianze; le misure disciplinari potenziate, viste come strumenti più repressivi che educativi; il mancato aumento dei fondi destinati all’edilizia scolastica e alla formazione.

Molti interventi hanno sottolineato come—nonostante l’importanza attribuita pubblicamente alla scuola—gli investimenti concreti continuino a rimanere insufficienti, lasciando irrisolti problemi strutturali e organizzativi.


Una mobilitazione che guarda al futuro

La manifestazione odierna si inserisce in una più ampia mobilitazione nazionale, che vede migliaia di studenti in tutta Italia chiedere un cambio di rotta nelle politiche educative. A Tivoli, la partecipazione compatta degli istituti dimostra come anche nelle realtà locali il malcontento sia forte e radicato.

Gli studenti hanno annunciato di voler proseguire con ulteriori momenti di confronto e iniziative pubbliche, con l’obiettivo di riportare al centro del dibattito cittadino e nazionale il tema dell’istruzione come investimento fondamentale per il futuro del Paese.

La piazza di oggi ha mostrato una generazione consapevole, determinata a farsi ascoltare e decisa a non accettare più passivamente condizioni di studio che ritengono inaccettabili. Una generazione che chiede non solo edifici sicuri, ma una scuola che formi, valorizzi e tuteli davvero chi la vive ogni giorno.

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