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Gianni Andrei: Dal Premio Bulgarini al futuro culturale di Tivoli come elemento di crescita



di Claudia Crocchianti -

Gianni Andrei e il Premio Bulgarini, tornato in àuge dopo svariati anni e di quanto la cultura sia importante per una città come Tivoli. Ci spiega così anche la nascita del Caffè Culturale.

Il premio Bulgarini è importantissimo per la città, qualcosa su questo?

"A Tivoli, i grandi eventi storico-tradizionali annuali che coinvolgono l’intera Comunità sono il Carnevale, la Fiera di San Giuseppe, l’Inchinata, la Sagra del Pizzutello. Ma c’era anche il 'Premio Bulgarini sulla storia di Tivoli', che veniva assegnato il 5 aprile. Ora è rinato. Poi ci sono anche altre manifestazioni di carattere specialmente religioso, ricorrenti annualmente e molto amate dai Tiburtini, ma la cui realizzazione è già ben pianificata da secoli. Il premio sulla storia di Tivoli fu proposto e istituito, a metà dell’Ottocento, dal Cav. Francesco Bulgarini, storico tiburtino insigne, allo scopo di formare i giovani scolari alla storia della città, dei personaggi illustri, dei monumenti, delle bellezze e tesori e dei prodotti tipici di Tivoli. Fu poi rivolto agli alunni delle classi quinte delle scuole elementari del territorio comunale e, in epoca postbellica, bandito ogni anno sino agli inizi degli anni Settanta. Da allora fu interrotto, sino ad oggi. Artefici di questa rinascita sono state la Famiglia Bulgarini e la Società Tiburtina di Storia e d’Arte che hanno ritenuto di fondamentale rilevanza il coinvolgimento delle nuove generazioni tiburtine e delle loro famiglie, in modo da alimentare nuovamente la conoscenza, l’orgoglio e la passione per la città e la sua storia. Uno storico progetto educativo e formativo a beneficio delle ragazze e ragazzi delle classi quinte delle scuole elementari pubbliche e private del territorio comunale di Tivoli".

Alunni e alunne che hanno ottenuto un premio… la scuola è importantissima. Cosa dovrebbe rappresentare per gli studenti di oggi?

"Questa nuova edizione del Premio Bulgarini ha coinvolto “tutti indistintamente” gli studenti delle Quinte Elementari pubbliche e private del Comune di Tivoli assegnando, oltre alle medaglie ai vincitori, un diploma nominativo di 'Sostenitore del patrimonio storico, artistico e naturale di Tivoli' ad ogni alunno partecipante. La sensibilità dei Dirigenti Scolastici e l’entusiasmo e la passione delle insegnanti hanno consentito a quasi 280 ragazze e ragazzi di Quinta Primaria di osservare, visitare, studiare luoghi e circostanze storiche e monumentali di Tivoli e di trasferire questo interesse ai loro genitori, consentendo di colmare un vuoto per le generazioni che non conoscevano neppure l’esistenza dell’antico Premio. Ne è scaturito un grande stimolo per gli studenti e per le insegnanti, utile a continuare ad approfondire Tivoli in tutti i suoi aspetti e i suoi illustri Personaggi. Insomma, il Premio Bulgarini rappresenta oggi un valido strumento per arricchire i percorsi educativi e didattici curati e proposti dagli insegnanti, i veri insostituibili e fondamentali artefici di una rinnovata formazione alla storia della nostra Città. Siamo altresì convinti che la 'conoscenza' e l’apprezzamento delle memorie storiche, monumentali e paesaggistiche possa rappresentare una sorta di 'campagna antidegrado', capace di suscitare nei ragazzi il rispetto e la tutela di questo nostro Patrimonio".

Si impegna da sempre con progetti culturali vari tra cui il Caffè Culturale. Cosa rappresenta per lei e come hanno risposto la città e i suoi abitanti?

"Parlare di 'progetto culturale' è cosa importante e a volte è un’espressione usata impropriamente, se non addirittura scorrettamente. Una qualsiasi azione “progettuale” di questo tipo nasce da un’aspirazione e da un obiettivo ben preciso che ci si pone. Occorre innanzitutto domandarsi: 'A chi interessa? Chi ne può trarre vantaggio? E che tipo di vantaggio?'. Le risposte fanno già una grande differenza. Operare per un proprio tornaconto, economico, politico o narcisistico che sia, è ben diverso dall’agire per l’intera Comunità 'gratuitamente' e senza interessi personali. Poi ci sono progetti e progetti, che si differenziano notevolmente dalla vastità e dalla complessità di pianificazione e organizzazione e, in special modo, dall’essere estemporanei e occasionali ovvero dalla periodicità saldamente permanente a carattere periodico annuale. Per questi ultimi, non basta avere aspirazioni e obiettivi, ma occorre una pianificazione molto accurata, coinvolgendo soggetti pubblici e privati, istituzionali e associativi. Insomma, occorre una squadra poliedrica i cui componenti devono essere orientati al raggiungimento di un comune obiettivo, operando ognuno per la propria parte ma coralmente. Già da qui si intravedono le difficoltà del percorso. La 'storia' della rinascita del Premio Bulgarini è emblematica. Abbiamo impiegato ben sette anni per ripristinare questo Premio, tanto amato eppure da qualcuno osteggiato, che ora sarà di nuovo un evento permanente a cadenza annuale, senza più interruzioni (speriamo). Grandi sono state, e continueranno ad esser tali, le difficoltà del percorso, manifestatesi sovente con invidie, diffidenze, veti incrociati. Ma siamo stati e saremo perseveranti, determinati in pro delle nuove generazioni tiburtine, di nascita o d’adozione. Personalmente opero per infondere una maggiore consapevolezza delle bellezze dove siamo nati o viviamo, insieme al dovere di sdebitarci per questo privilegio. Il Caffè Culturale, ad esempio, che è un contenitore libero, indipendente e multidisciplinare, senza tessere, organigrammi o etichette, mira a riscoprire e a prendere coscienza della 'identità' delle nostre Comunità, nella simbiosi tra cultura umanistica e cultura antropologica. Rappresenta una sfida (non una scommessa) per la nostra Città di Tivoli, così come per il comprensorio attorno, dalla Valle dell’Aniene a quella del Giovenzano, e ancora verso la Sabina e la Campagna romana. Città, paesi e borghi dove siamo nati e viviamo come 'operatori per il bello', custodi di una grande bellezza culturale".

Cosa manca a Tivoli per divenire una grande città culturale con un incremento di turismo?

"Tivoli rappresenta un inestimabile “capitale della memoria” che occorre però far di nuovo rivivere, non tanto 'manutenendolo' ma appunto ri-vivendolo, proiettandolo attraverso le sfide del cambiamento in una nuova dimensione multiculturale. Ripensando la 'bellezza' non più come 'motivo di orgoglio e aspetto fortunato' che dà profitto, ma come impegno doveroso per rivitalizzare la 'memoria' che emerge dalle rovine antiche e dalle testimonianze monumentali, dalla storia e dalle usanze, ritrasformandola in linfa di rinascita sociale, etica e culturale. Il paesaggio, il centro storico, gli antichi mestieri e l’artigianato, i prodotti tipici, le tradizioni, il nostro idioma non vanno 'ricordati e celebrati' in appannate icone nostalgiche, né tantomeno innovati, ma devono essere rivissuti in una nuova luce che conservi l’identità tramandataci nei secoli dai nostri padri. Restaurare gli edifici del centro storico, ad esempio, svuotandolo però della sua peculiare autenticità di vita e adeguandolo senza alcun rispetto alle esigenze della modernità è un errore irreversibile. I vecchi infatti sono man mano scomparsi o si sono trasferiti altrove e il loro stile di vita, che non è quello dei nuovi abitanti, fatto di usanze, solidarietà, colori e sapori che rappresentavano un tutt’uno con le case antiche, si è diluito e perduto nei nuovi quartieri. E poi per soddisfare moderne esigenze è stato sciaguratamente disseminato di evidenti insulti tecnologici all’ambiente antico, come parabole televisive, cassette e tubi del gas, condizionatori, infissi metallici, asfalto sulle strade al posto dei sampietrini, ecc. La cura dei dettagli dovrà diventare l’antidoto al degrado, non certo solo materiale, dove ci stiamo rassegnando a vivere. Il nostro Patrimonio storico, monumentale, paesaggistico e delle tradizioni deve essere 'di tutti e per tutti'. Una volta rinsaldata nella Comunità la responsabilità di doverlo preservare e tramandare, tutti i tiburtini, e non solo i pochi interessati direttamente, potranno concorrere allo sviluppo del turismo, divenendo custodi dei siti e dei luoghi monumentali e artistici, e non vivacchiando attorno ad essi raccogliendone di rimbalzo i frutti economici e i bagliori d’orgoglio: la cultura è il volano del turismo e non il contrario. E’ necessario un cambio di mentalità, dove solamente una concreta ricaduta positiva in termini di servizi e infrastrutture, con una viabilità e mobilità sostenibile e adeguata e con un decoro urbano decente, potrà stimolare ognuno a contribuire a realizzare un’atmosfera creativa nelle zone ad alto afflusso turistico, come ad esempio il mal messo Centro Storico. E poi si dovrà operare in modo che i visitatori occasionali di poche ore si trasformino in turisti che si fermino almeno per una notte. D’altro canto, uno dei segnali inquietanti è la mancanza di investitori in attività di ricezione, anche medio-piccole, non certo stimolati e favoriti da una minore pressione fiscale. E’ un percorso lungo e complesso. Intanto la qualità della vita socio-culturale tiburtina resta mediocre".

Progetti futuri?

"Sto lavorando da anni su alcune aspirazioni e obiettivi, tesi a realizzare eventi culturali di grande livello, non occasionali estemporanei o che si esauriscono in una sola volta, ma permanenti e strutturati a cadenza annuale e di grande richiamo nazionale e internazionale; tali da legare ad essi il nome di Tivoli, in modo esclusivo e stabile, e da attrarre molti turisti, non visitatori ad ore. Forse a breve uno vedrà la luce. Il vero grande progetto comunque rimane il 'nuovo Rinascimento della Città'".

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