di Claudia Crocchianti
Ieri venerdì 16 luglio nell’Aula Magna del Convitto Nazionale Amedeo di Savoia Duca d’Aosta a Tivoli sono stati presentati i cinque libri finalisti del premio Campiello: "Sanguina ancora” di Paolo Nori; “Il libro delle case” di Andrea Bajani; “Se l’acqua ride” di Paolo Malaguti; “L’acqua del lago non è mai dolce” di Giulia Caminito e “La felicità degli altri” di Carmen Pellegrino. Dopo aver intervistato nei giorni scorsi Paolo Malaguti e Carmen Pellegrino, stavolta tocca a Andrea Bajani, Paolo Nori e Giulia Caminito.
Paolo Nori e il suo libro “Sanguina Continua”
Come è nata l’idea di scrivere questo libro che parla di un autore importante come Fëdor Dostoevskij “?
In primis io sono traduttore e della letteratura russa di ieri e di oggi e con questo libro ho voluto parlare di questo importante autore introducendo anche la sua vita privata come il fatto di essere un giocatore d’azzardo, di essere condannato a morte e poi essere condannato ai lavori forzati in Siberia.
Se parliamo di Dostoevskij ci viene subito in mente un altro autore russo Tolstoj, le differenze?
Voglio rispondere con questa frase “Dostoevskij – scrive Merežkovskij – non aveva bisogno di convincersi che i soldi erano un male al quale bisognava rinunciare: era tormentato dalla povertà e dava ai soldi un grande valore; ma appena gliene capitavano in mano, li trattava come se li considerasse non tanto un male, quanto una sciocchezza. Li amava, o credeva di amarli, ma loro, i soldi, lui, Dostoevskij, non lo amavano. Tolstoj li odiava, o immaginava di odiarli, ma loro lo amavano e erano loro che andavano da lui”.
Come ha appreso la notizia di essere finalista al Premio Campiello?
Sono stato contento, per me è un regalo, giriamo per l’Italia, è divertente e ci sentiamo coccolati. È un’estate divertente.
Andrea Bajani e il suo “Libro delle case”
Come nasce l’idea di scrivere questo libro dove la casa non è solo un luogo fisico ma un posto dove predominano le emozioni?
Nasce dal desiderio che hanno tutti di rivedere la casa dove si è vissuto da bambino. È un desiderio comune a tutti, ma non tutti cerchiamo di realizzarlo.
Cosa rappresenta la casa?
La casa vive in noi e noi nella casa. La casa è il luogo dei ricordi e delle emozioni. Sarebbe bello andare a suonare il campanello e vedere chi vi abita. La casa è anche il quartiere dove abbiamo vissuto e riandare a vederlo significa notare i vari cambiamenti.
Cosa ha provato a essere finalista al Premio Campiello?
Non me lo aspettavo perché non pensavo che essendo candidato al premio Strega sarei potuto esserlo anche a questo. Il mio primo pensiero è stato per Antonio Tabucchi che nel 1994 ha vinto questo premio.
Quando nasce la sua passione per la scrittura?
Fin da piccolo scrivevo poesie e mi è rimasta questa passione, infatti credo che anche nei miei romanzi ci sia un po’ di poesia. La poesia fa parte di me perché lì esprimo le mie emozioni.
Giulia Caminito e “L’acqua del lago non è mai dolce”
Come nasce l’idea di scrivere questo libro?
É nata durante una riunione, racconto di due storie di vita, da una parte vi è Antonia, una donna battagliera che lotta per l’assegnazione della casa e dall’altra vi è la storia di una ragazzina violenta e della sua frustrazione e la voglia di superare il tutto.
Quindi in questo libro racconta del sociale e dell’attualità e di due lotte importanti?
Sì, in questo mio libro è presente l’attualità, il sociale e la voglia di riscattarsi.
Cosa ha provato a essere finalista del Premio Campiello?
É stato molto bello, con gli altri finalisti stiamo girando l’Italia e con loro mi trovo molto bene. L’emozione più grande l’ho provata alla selezione quando hanno nominato il mio nome.
Il pubblico come sta rispondendo al suo libro?
Il libro è stato intercettato per la prima volta da un pubblico giovane. É una risposta piacevole per confrontarsi su temi di studio e di formazione.
Comments